Vallone del Piz e Talarico (CN)

24 Settembre 2020 – 26,1 km

Taccuino di marcia:

 
Previsioni del tempo non buone per il pomeriggio. Ma sino alle 17 forse non pioverà….
Scelgo un percorso che abbia tante varianti, possibili vie di fuga e non troppo in quota, insomma cambio itinerario.
 
Quando sono dentro al Vallone del Piz, al piano della Regina l’aria è piena di echi che si rincorrono: i bramiti dei cervi.
Questo suono continuo, lamentoso e imperioso è per me una scoperta. 
Mi sento un po’ come Sylvain Tesson  che sceglie di vivere l’isolamento in Siberia e la descrive nel libro che ho sul comodino “Nelle foreste siberiane”, quando entra in contatto con i versi degli animali.
Con la colonna sonora di un canto d’amore selvatico e sincero il Vallone del Piz ha un fascino esotico, anche se lo conosco come le mie tasche.
Sulla strada che spiana c’è un vecchio amico del percorso: un immenso larice, monumento vero, testimone del tempo e nel tempo.
 
I tornanti della strada militare risalgono il passo delle Scolettas e poi giù si scende verso i Prati del Vallone, protetti dai contrafforti dell’Ubac. E mi sento protetta anche io da queste cime, sulle quali sono salita tante volte in altri anni, conservando la memoria di alcuni tra i momenti più belli della mia vita.
 
Arrivo a Sambuco che dal fondovalle tira su aria di tempesta. Sotto la doccia sento che fuori piove.
Nella notte sulle cime arriverà la prima neve della stagione.

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