LA SIGNORA BAUHAUS

Informazioni

Autore:

Jana Revedin


Titolo:

La signora Bauhaus


Prezzo:

18,00 euro


Casa Editrice:

Neri Pozza Editore

SEGNALAZIONE a cura di Flavia Cellerino

Nel settembre 2020 la presidente Ursula von der Leyen lanciava, nel suo discorso sullo stato dell’unione, un grande programma e progetto politico all’insegna di un Nuovo Bauhaus europeo ossia un progetto ambientale, economico e culturale che mira a combinare design, sostenibilità, accessibilità, anche sotto il profilo economico, e investimenti per contribuire alla realizzazione del Green Deal europeo.

D’altronde il Vecchio Bauhaus, i cui cento anni sono stati celebrati nel 2019 con la riapertura degli Archivi, completamente ristrutturati, a Berlino era stata veramente una impresa straordinaria, nella quale conversero talenti creativi geniali e profetici che ridisegnarono completamente i destini dell’arte e dell’architettura, oltre che dell’artigianato.

Una scuola ove a poter riprogettare continuamente la vita quotidiana nelle case e nelle città, all’insegna della bellezza, della tradizione reinterpretata, della libertà espressiva e dell’innovazione, dello studio sui materiali.

Fulcro conosciuto e osannato di questa rivoluzione Walter Gropius (1883- 1969) visionario fondatore della scuola, che riuscì a calamitare la disponibilità di personaggi del calibro di Kandinsky, Laszlo Moholy-Nagy , Klee, Schlemmer.

Però… però Walter Gropius non avrebbe raggiunto tutti gli obiettivi che si era prefisso (anzi che all’inizio aveva solo immaginato) se al suo fianco non ci fosse stata Ise Frank, più giovane di lui di 14 anni, elegante berlinese, colta, intelligente e abilissima nel sintetizzare i progetti di Gropius e trasformarli mediaticamente, anche per ottenere il fondamentale consenso e le risorse economiche per il progetto Bauhaus.

A Ise è dedicato il romanzo (ma è un bel libro di storia, reso più gradevole dalla soluzione narrativa), scritto dall’architetto Jana Reverdin che grazie alla sua competenza in materia ci fornisce un quadro interpretativo molto accurato.

Dunque Gropius è uno squattrinato quarantenne, già marito di Alma Malher che lo ha lasciato, quando chiede in moglie Ise Frank ventiseienne giornalista, nel 1923. Anni cruciali nell’Europa e nella Germania del dopo guerra. Anni segnati della morte e dal risentimento sociale intrecciati alla creatività frenetica della Germania di Weimar, annichilita poi dal furore del Reich.

Uno sfondo storico ben noto,  in cui si inseriscono via via tutti i personaggi che animano il romanzo, ricostruiti fedelmente, con i loro tic, la loro energia, la loro forza, arguzia, intelligenza.

La scuola di architettura più importante e famosa del Novecento, chiusa dai nazisti nel 1933, ha un immenso debito nei confronti di Ise. Ella tenne i diari della scuola, tracciò le basi della sua teoria, depositò il marchio Bauhaus e lo protesse, capì i rischi corsi dall’avvento del nazismo, costruì la via di fuga verso Harvard, garantendo la sopravvivenza delle idee del Bauhaus e della sua storia.

Ise capì che l’emancipazione femminile passava, anche, dalla razionalizzazione della casa e dei lavori domestici: così la casa che Gropius costruì con lei a Dessau era una abitazione ergonomica, intelligente, bella e funzionale.

Molte donne lavorarono nel Bauhaus, non sempre in posizioni facili e spesso relegate a svolgere funzioni ritenute “minori”, ma minore non fu certo la posizione di Ise, e il marito, che rimase un donnaiolo impenitente, ne era consapevole.

Un bel libro, agile, che si legge bene. Un libro d’atmosfera e di emozioni, ma anche di informazioni preziose che ci restituiscono le aspettative del Bauhaus che, purtroppo, non furono argine all’avanzata del nazismo.

E “Frau Bauhaus” è la tessitrice o se preferite l’anima di questo mondo in cui i materiali più diversi sono manipolati per creare seggiole, lampade portatili, letti, divani, mobili, carte da parati all’insegna di una affermazione non ovvia né banale e cioè che le cose utili possono essere anche belle.

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